Una sala gremita si è riunita nella mattinata di sabato a Vicoforte, in Casa Regina Montis Regalis, per il convegno sul “Il ritorno della pietra di Vico: storia, attualità e valorizzazione di un patrimonio lapideo piemontese”. Dopo i saluti iniziali del Presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo, del Presidente CRC, Ezio Raviola, e di Marcello Cavallo, Presidente di Insieme, illustri relatori sono intervenuti sul tema, diretti dal giornalista Gabriele Gallo. Il Professor Vanni Badino, già docente del Politecnico di Torino e membro del Centro Studi Monregalesi, ha fatto un approfondito excursus storico sui monumenti del territorio monregalese costruiti nei secoli con la pietra estratta nella cava vicese, con un focus sulla struttura del Santuario di Vicoforte. La Professoressa Daniela Bosia, docente del Politecnico di Torino del dipartimento di architettura e design, ha parlato di pietra locale come risorsa del territorio, facendo un’analisi dell’offerta mineraria locale, potenzialmente molto ampia nella zona del Cebano-Monregalese e sottolineando il concetto di sostenibilità del materiale. Infine il Dott. Geol. Piero Primavori di PSC (Primavori Stone Consulting) ha trattato la pietra di Vico sotto l’aspetto più tecnico, spiegandone le peculiarità, gli utilizzi e la commerciabilità, facendo presente che utenti di diverse aree del mondo stanno provando interesse. Ha concluso l’ing. Claudia Chiappino, professionista nel settore estrattivo e direttore della cava Predere di Vicoforte, che ha da poco riaperto, la quale ha brevemente raccolto le osservazioni dei tre relatori.
Chiusi i lavori da Barbara Nano, coordinatrice del gruppo monregalese di Insieme, che ci spiega: «Riprendendo le parole di saluto del nostro Presidente Marcello, è la prima volta che la nostra Associazione organizza un convegno in stretta sinergia con un’impresa del territorio: questo per noi è un momento importante per concretizzare uno dei nostri fondamentali obiettivi, ossia quello di “fare rete”. La presenza di molti Sindaci e rappresentanti locali nella sala, parlare di una risorsa locale, confrontarsi con l’imprenditoria che investe nel territorio, ecco questa combinazione può porre le basi per creare l’indotto che non deve essere solo commerciale, ma anche, come abbiamo detto più volte oggi, un indotto culturale, di tradizione e di sostenibilità» Conclude Barbara «Quello che ci siamo posti oggi come ulteriore obiettivo, è il coinvolgimento dei giovani, che conoscono troppo poco le potenzialità del nostro territorio: occorre dare loro la possibilità di conoscerlo, affezionarsi, appassionarsi, in modo che siano in futuro stimolati a “tenere” salda la “rete”».